Le due resurrezioni
Aver Fede e' trovare il piacere di leggere i vangeli per conto proprio, sentire le parole del Cristo che echeggiano forti ancora oggi nel nostro mondo, e scoprire come il nostro cuore interpreti il messaggio evangelico, che essendo universale (e non solamente culturalmente ebraico-antico e fatto proprio dalle gerarchie ecclesiastiche nel messaggio ad interpretazione unica) risuona in tante corde diverse, una per ogni anima sulla Terra.
Cosi', se la Chiesa legge il vangelo durante la messa e da la sua interpretazione, diamo anche noi risalto ai passi che piu' sentiamo vibrare dentro di noi, rendiamo viva e non morta la Parola a noi tramandata, scopriamo cosa non viene abbastanza sottolineato e comprendiamo cosa sia piu' importante per l'Uomo, che ci accomuna, che ci fa sentire fratelli a prescindere dalla religione (quella di "religio", ovvero legare).
E spesso sono proprio i commentatori antichi, quelli che la chiesa cattolica proclama Dottori della Chiesa, ad illuminare i passi del vangelo, con un linguaggio ancora scevro e pulito, non ancora contaminato dal dogmatismo dei concili, dal fanatismo medievale, dal cattivo esempio di alcuni Papi, dal modernismo e dall'intrasigenza della dottrina (e' cosi' e basta, altrimenti sei fuori) ed e' bello scoprirli, come San Agostino che ben differenzia la prima resurrezione dalla seconda resurrezione.
Leggiamo prima Giovanni:
"In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l'avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell'uomo. Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l'ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato." (Giovanni, 5-24) |
Segue il commento di San Agostino nella Citta'di Dio, che riporto integralmente, perche' a mio parere spiega magistrarlmente le due resurrezioni del passo di Giovanni, la prima, quella delle anime, senza giudizio, che avviene ora, nel tempo, quando l'anima abbraccia la Fede, e la seconda resurrezione, finale e fuori dal tempo umano (e quindi e' inutile aspettarla nel tempo), quella "nella carne" (non ci sono dubbi, nella traduzione greca dall'ebraico il senso e' proprio quello) secondo la mentalita' antico-ebraica dello Sheol.
La Citta' di Dio, libro XX, cap 6
6.1. Quindi soggiunge: In verità, in verità vi dico che è venuto il tempo, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e coloro che l'avranno ascoltata avranno la vita. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha dato al Figlio di avere la vita in se stesso.
Non parla ancora della seconda risurrezione, cioè del corpo, poiché si avrà alla fine, ma della prima che avviene nel tempo. Per distinguerla ha detto: È venuto il tempo, ed è questo. Essa infatti non è del corpo ma dell'anima.
Anche l'anima ha la sua morte mediante la mancanza di fede e i peccati. Sono morti di questa morte coloro di cui il Signore dice: Lascia che i morti seppelliscano i loro morti , nel senso, cioè, che i morti nell'anima seppelliscano i morti nel corpo.
E appunto per questi morti nell'anima per mancanza di fede e di onestà egli dice: È venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e coloro che l'udranno vivranno. In coloro che udranno ha inteso coloro che obbediranno, crederanno e persevereranno fino alla fine. In questo passo non ha indicato alcuna differenza di buoni e cattivi.
Per tutti infatti è un bene udire la sua voce e vivere passando alla vita della fede dalla morte della mancanza di fede.
Di questa morte ha detto l'apostolo Paolo: Quindi tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro. Dunque tutti sono morti, nessuno escluso, nel peccato tanto originale che volontario o perché ignorano o perché, pur sapendo, non operano il bene.
E per tutti i morti è morto un solo vivo che, cioè, non aveva assolutamente alcun peccato affinché coloro, che vivono mediante la remissione, non vivano più per se stessi ma per colui che è morto per tutti a causa dei nostri peccati ed è risuscitato per la nostra giustificazione.
Questo affinché tutti noi, credendo in lui che redime l'incredulo, riscattati dalla incredulità, quasi restituiti alla vita dalla morte, potessimo appartenere alla prima risurrezione che avviene nel tempo. Alla prima infatti non appartengono se non coloro che saranno felici nell'eternità; ed egli insegnerà che alla seconda, di cui sta per parlare, fanno parte i felici e gli infelici.
L'attuale è della misericordia, l'altra del giudizio. Per questo in un Salmo è stato scritto: Ti canterò, Signore, misericordia e giudizio.
6. 2. Riguardo a tale giudizio aggiunge le parole: E gli ha dato il potere di giudicare perché è il Figlio dell'uomo. Nel passo lascia intendere che verrà per giudicare nella medesima carne in cui era venuto per essere giudicato. Nell'intento dice: Poiché è il Figlio dell'uomo. E soggiungendo sull'argomento di cui trattiamo dice: Non vi meravigliate di questo, poiché verrà il tempo in cui tutti quelli che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno, quelli che operarono il bene per una risurrezione di vita, quelli che operarono il male per una risurrezione di giudizio. È il concetto di giudizio che poco prima, come adesso, aveva usato per condanna. Disse infatti: Chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.
Difatti, poiché appartiene alla prima risurrezione, con cui nel tempo si passa dalla morte alla vita, non andrà incontro alla condanna che ha indicato col termine di giudizio, come anche nel passo in cui dice: Coloro che hanno operato il male andranno incontro alla risurrezione del giudizio, cioè alla condanna. Risorga nella prima risurrezione chi non vuole essere condannato nella seconda. Infatti viene un tempo, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e coloro che l'avranno ascoltato vivranno, cioè non andranno incontro alla condanna che è considerata la seconda morte. In essa, dopo la seconda risurrezione, che sarà dei corpi, andranno a finire coloro che non risorgono nella prima che è delle anime.
Infatti dice ancora: Verrà un tempo dunque, in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno. Non ha detto secondo il modo della prima risurrezione: E coloro che l'ascolteranno vivranno. Infatti non tutti vivranno di quella vita che sola si deve considerare vita perché è felice. Certamente non senza una qualche vita potrebbero udire e, poiché la carne è risuscitata, uscire dai sepolcri.
Indica la ragione per cui non tutti vivranno con le parole che seguono: Coloro che hanno operato il bene, egli dice, andranno nella risurrezione della vita; sono questi quelli che vivranno; coloro poi che hanno operato il male andranno nella risurrezione del giudizio; ed essi sono coloro che non vivranno poiché moriranno della seconda morte. Hanno operato il male perché sono vissuti male; sono vissuti male perché non sono rivissuti nella prima risurrezione delle anime, che è nel tempo, o anche non hanno perseverato fino alla fine nella condizione in cui erano. Due sono dunque le nuove creazioni, di cui ho già parlato, una secondo la fede che avviene nel tempo mediante il battesimo; l'altra secondo la carne che avverrà con la sua immortalità, fuori del divenire mediante l'universale, ultimo giudizio.
Così si hanno due risurrezioni, una prima che è nel tempo ed è dell'anima, ed essa non consente di giungere alla seconda morte; e una seconda che non è nel tempo, ma sarà alla fine del tempo, e non è dell'anima ma del corpo ed essa, attraverso il giudizio finale, introduce alcuni alla seconda morte, altri a quella vita che non ha morte.
Fonti :
- Il Vangelo secondo Giovanni
- La Citta'di Dio, San Agostino
The first photo above is taken by "Giovanni Novara", on Flickr, Creative Commons licence.
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