Essere è essere percepiti

"L'educazione di Achille" (il centauro Chirone è il mentore)
  Jean-Baptiste Regnault, 1782, Louvre, Parigi

Esse est percipi” scrive il filosofo irlandese George Berkeley (1685-1753).
Credo che sia una visione un po’ controcorrente.Significa che noi esistiamo in quando siamo percepiti (e percepiamo). Però ha un senso molto profondo.
Se applicato nel campo dello Spirito, e Berkeley era vescovo, indica che è Dio che ci percepisce e quindi ci mantiene in esistenza. Se per un attimo Dio smettesse di percepirci, pluff, tutto il mondo svanirebbe, in un battito d’ali, ciao ciao al nostro mondo!
Se invece lo interpretiamo secondo la “teoria della Ghianda” dello psicologo James Hillman (la vocazione, il daimon che ci accompagna e che ci guida e che ci chiama al nostro compito), questo sta a significare  la ghianda ha bisogno di essere percepita, ovvero vista, per poter crescere, ovvero discendere, ovvero portare a compimento il suo piano, l’immagine originaria, che ha per noi.
La percezione della ghianda avvine, soprattutto per le grandi personalità, da un mentore, ovvero da qualcuno che percepisce in maniera chiara e immediata le potenzialità.
Questa percezione è proprio come vedere. Ma vedere cosa ? La metafora è l’ ”occhio del cuore” che vede l’immagine (la ghianda è l’immagine originaria) nel cuore di un altro. E’ un “affinità elettiva” cuore a cuore (da non confondere con quella genitale-genitale). Il mentore si innamora della fantasia (l’invisibile) dell’altro.
Non solo mentori beneinteso la nostra ghianda cerca, per la stessa ragione l’affetto del cuore si rivolge agli amici e amanti. Ciò non deve sorprendere, infatti negli annunci della “posta del cuore”, dopo la descrizione anagrafica, non viene scritto il messaggio più importante, quello per cui si scrive (per essere riconosciuti),dell'"inguaribile romantico" che cerca il riconscimento animico ?

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