Il velo di Iside ovvero Maya

Hans Memling, Santa Veronica (1433 )
con il velo con il volto di Gesù
Il 'velo di Iside', ovvero il 'velo di Maya' è un simbolo legato all'arcano della Papessa, ovvero il velo alle sue spalle che cela la conoscenza della vera realtà.

"Con l'espressione Velo di Maya, coniata da Arthur Schopenhauer nel suo 'Il mondo come volontà e rappresentazione', si intendono diversi concetti metafisici e gnoseologici propri della religione e della cultura induista e ripresi successivamente anche da vari filosofi moderni. Arthur Schopenhauer nella propria filosofia sostiene che la vita è sogno sebbene questo "sognare" sia innato (quindi la nostra unica "realtà") e obbedisca a precise regole, valide per tutti e insite nei nostri schemi conoscitivi.
 
Questo «velo», di natura metafisica e illusoria, separando gli esseri individuali dalla conoscenza / percezione della realtà (se non sfocata e alterata), impedisce loro di ottenere moksha (cioè la liberazione spirituale) tenendoli così imprigionati nel samsara ovverosia il continuo ciclo delle morti e delle rinascite. 
Similmente alla metafora della caverna di Platone, l'uomo (e quindi l'intera umanità) è presentato come un individuo i cui occhi sono coperti dalla nascita da un velo, liberandosi dal quale l'anima si risveglierà dal letargo conoscitivo (o avidyã, ignoranza metafisica) e potrà contemplare finalmente la vera essenza della realtà.
(fonte: Māyā, Wikipedia)

Si legga a questo prosito anche "Il ‘velo di Maya’, un’invenzione dell’Occidente di Alessandro Grossato", dove viene precisato che l'irrealtà deve essere considerata come impermanenza, ovvero esistono diversi gradi di realtà, e che anzi, il velo non ci limita ma ci aiuta a giungere alla realtà suprema e permanente.
Interessante poi l'articolo "La verità svelata dal velo, di Rosella Prezzo" che descrive le funzioni del velo nelle varie società umane.

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