Atalanta, mito alchemico ?

Atalanta e Ippomene, Guido Reni, 1622-1625,
Napoli, Gallerie Nazionali di Capodimonte

Racconta il mito che Atalanta, appena nata, fu abbandonata sul monte Pelio, dal padre, re dell'Arcadia. In seguito divenne un'abilissima e famosa cacciatrice tanto da tornare nelle grazie paterne.
Quando il padre la obbligò a sposarsi, accettò a condizione che avrebbe sposato solo chi l'avesse battuta in una gara di corsa. E se il pretendente non ne fosse uscito vincitore, sarebbe stato ucciso.
Nessuno riuscì a batterla finché non arrivò Ippomene che vinse la gara, con l'aiuto di tre mele d'oro del Giardino delle Esperidi regalatole dalla dea Afrodite. Infatti Atalanta, ghiotta di mele, si fermò ogni volta, per tre volte, per raccogliere le mele lasciate cadere da Ippomene.

Tempo dopo il matrimonio, offesero Afrodite perchè scoperti ad amarsi in un tempio dedicato a Cibele. Per punirli la dea decise di trasformarli in leoni perché i greci ritenevano che i leoni non si accoppiassero tra loro.

Come leone e leonessa, coppia alchemica che rappresenta lo zolfo e il mercurio filosofale..

Michael Maier, Atalanta Fugiens, Emblem 16
           Wikipedia, Atalanta Fugiens 

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