Percepire l'invisibile

Abbiamo scritto nel post "descrivere l'invisibile" che la ghianda appartiene alla realtà invisibile così come è il mito che cerca di creare un ponte con la realtà tangibile e visibile.
Ma come si percepisce l'invisibile ?
Con l'intuizione, con quella facoltà umana che non coinvolge nè il cervello (e quindi i processi logici) nè l'emozione, ma è una comprensione diretta e immediata, fulminea, chiara e completa di un qualcosa o di una situazione.
Spesso quando vediamo per la prima volta una persona arriva l'intuizione che, con un unico sguardo (com'è vestito, l'espressione del volto, la voce, ecc) ci fa intuire la tipologia di appartenenza.
L'intuizione "arriva" nel senso che non siamo noi a costruirla ma arriva da sola. L'intuizione vede le cose nella sua globalità e in maniera chiara. Nonostante la sua chiarezza e rapidità, non è detto che l'intuizione sia necessariamente giusta, può anche accadere che ci faccia prendere un grosso abbaglio. In questo caso, psicologi come Jung, ritengono che l'intuizione debba essere mediata dalle altre tre funzioni della coscienza : pensiero, sentimento, sensazione. In altre parole dobbiamo verificare i fatti, tenendo conto del pregresso (lo storico, la tradizione), usando la logica e il pensiero, e giudicando con il sentimento.

Per ritornare al mito, per comprendere il mito occorre che ci arrivi l'intuizione, senza la quale non ci sarebbe possibile comprenderlo. Sebbene non abbiamo prove reali e tangibili che quello che abbiamo intuito sia vero, con l'intuizione siamo fermamente conviti che lo sia!

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