Aurobindo


L’eredità che ci ha lasciato Sri Aurobindo (Calcutta 1872, Pondicherry 1950) è a mio avviso immenso.
Al pari di Gandhi, lottò per l’indipendenza dell’India conscio tuttavia di una grande missione: proporre il Risorgimento Indiano (libertà dal giogo inglese) come modello e guida per il risveglio dal torpore e lassismo spirituale del mondo intero.

Profondamente intriso della cultura indiana, rivoluzionò la millenaria disciplina dello yoga, proponendo uno “yoga integrale” (purna yoga) dove non domina più solo l’anelito di fuga dal corpo verso il divino, ma è la divinità che scende nei piani inferiori dell’esistenza, permettendoci di vivere una esistenza più autentica e maggiormente in contatto col Divino.

Allo stesso tempo profondo conoscitore della cultura occidentale per il suo lungo soggiorno giovanile in Inghilterra (King's College di Cambrige), in occidente come lo è in oriente, è uno dei nostri moderni padri filosofici, perchè se tutti quelli come noi che non si accontentano di una semplice vita materiale (oggigiorno sempre più materialista) ma comprendono che proveniamo da un altro mondo (spirituale), lo dobbiamo anche al suo lavoro e alla sua ricerca (al suo pari, mi viene in mente Paramahansa Yogananda o Krishnamurti).

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