Otto milioni di kami

E' a mio parere molto bella l'immagine qui sopra, mostra la dea Amaterasu, la dea del Sole (chissà perchè in Giappone il sole è femminile..) che, come narra la leggenda qui riportata, è uscita dalla caverna in cui si era nascosta per evitare il dispettoso fratello. E' il momento tanto atteso dagli uomini e da tutti gli altri kami (ovvero divinità) che pone fine alla lunga eclisse sulla Terra causata dalla sua assenza.

E' tuttavia improprio tradurre kami come dei o divinità, o quanto meno è riduttivo. Kami è una parola a mio avviso bellissima (che trova maggiore corrispondenza con i Deva della religione induista) che identifica l'aspetto spirituale di ogni cosa che esiste in natura.
Kami è quindi lo spirito che vive nella cosa animata così come in quella inanimata: le piante come le pietre, le montagne, i fiumi, i mari, i boschi, i ruscelli, le nuvole, il cielo. Anche le forze della natura, il vento, la pioggia, le tempeste, i fulmini sono kami.
Curioso che, dato che anche l'essere umano fa parte della natura, non ci si riferisce all'uomo come kami, anche se lo è: questo perchè nella loro cultura kami è anche un'onorificenza per anime nobili e sacre, mentre per se stessi non si attribuisce mai nessuna onorificenza, per rispetto.
Kami sono anche gli dei come gli intendiamo noi occidentali, dai tempi dei greci e dei romani. Il pantheon shintoista comprende:
Izanagi, il primo uomo
Izanami, la prima donna
Amaterasu, la dea del Sole
Susanoo, dio dei mari e delle tempeste
Inari, dio del riso
Shinigami, dio della morte
Tsukuyomi, dio della luna

Il significato di Kami non si limita semplicemente alla natura e alle divinità ma comprende anche aspetti culturali del giappone e può venire esteso ai grandi uomini (ora deceduti) del Giappone.
Distinguiamo perciò tre grandi categorie di Kami:
  1. Kami Naturali (celesti e terrestri)

  2. Kami Culturali (comunitari e funzionali)

  3. Kami Umani (detti Hitogami)
I kami comunitari proteggono un determinato clan, mentre quelli funzionali si occupano dei processi della vita umana, come la crescita, le professioni e l’economia. I Kami umani invece stanno all’interno di personaggi storici riconosciuti come eroi o patrioti.
Così come lo shintoismo ha le sue lontane radici nell'animismo, esistono kami che rappresentano lo spirito degli antenati, sia delle famiglie comuni, sia della nobiltà.
Anche gli imperatori del Giappone erano akitsumikami (kami terreno, manifesto) fino al 1946, data in cui, in seguito alla umiliante sconfitta militare della seconda guerra mondiale, l'imperatore Hirohito dichiarò alla nazione per radio di non esserlo. Comunque, tutti gli imperatori fanno risalire la discendenza della loro famiglia dal primo imperatore Jimmu (660 a.C.) il quale a sua volta discende dalla dea Amaterasu.
Infine, quanti sono i kami ?
Infiniti si direbbe, tanti quante sono le manifestazioni della natura e quelle umane. Gli shintoisti forniscono un numero : Yaoyorozu-no-kami ovvero 8 milioni di kami: non a caso il numero 8 è universalmente conosciuto per indicare un'infinità. Se lo si ruota di 90 gradi, diventa il simbolo matematico per l'infinito, 8 come i trigrammi Bagua cinesi, l'ottuplice sentiero buddhista, 8 giorni per la trasfigurazione di Cristo.
 

Per approfondimenti:
 Wikipedia, Kami
Giappone-Italia.com, Folklore, i Kami

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