Once Upon a Time
Ho trovato interessante la serie televisiva "Once upon a time" trasmessa in questo periodo dalla televisione nazionale.
Al di là della favola, dei personaggi fiabeschi che si ispirano unicamente alle fiabe del cinema moderno (Biancaneve insieme a Pinocchio e al grillo parlante, Cenerentola e la fatina insieme ai lupi mannari), si vede da subito due personaggi negativi, anzichè uno (come nella tradizione fiabesca), e ci si chiede perchè ne servono due nell'economia della trama.
La prima è Regina, la regina cattiva delle fiabe, e il secondo è un personaggio che all'inizio è un buono e timoroso padre di famiglia che si trasforma in un mago nero subendo l'influenza di un'entità che si appropria di lui. E' proprio su quest'ultimo personaggio che mi sembra interessante notare un destino analogo a quello di lucifero della tradizione bibblica, da portatore di luce al suo opposto. Eppure una scintilla di bene rimane sempre, come fosse una cellula buona dentro milioni di cellule opposte e, seppur in esigua minoranza, basterebbe saper far leva su quella per riportare all'altruismo una persona egoista.
E questo tra l'altro insegna come il male o i bassi istinti non vanno combattuti per ucciderli (che non servirebbe a nulla, a che scopo combattere il male con altro male), ma vanno trasformati, trasfigurati, in modo che ogni cellula nera assuma il colore bianco.
Lo stesso concetto si trova nel film "Hellboy - the golden army" di Guillermo del Toro, dove fratello e sorella, figli del re degli elfi, rappresentano rispettivamente uno la ribellione al padre e l'altra la temperanza e l'altruisno, legati l'un l'altra in maniera indissolubile (un entanglement, secondo la fisica moderna), ovvero se si ferisce uno, anche l'altro presenta immediatamente la stessa ferita.
Per fernare il male, rappresentato dal fratello, la sorella capisce che l'unico modo era sacrificare se stessa, in modo tale che senza più bene non c'era bisogno di un'altrettanta quantità di male.
Mi viene in mente il sacrificio di Gesù il Cristo, nella sua trasfigurazione una altrettanto importante fetta di male è stata portata via da questo mondo, e un messaggio di bene è potuto nascere e diffondersi come sappiamo oggi.
Infine una nota sulla magia. Il personaggio del mago di Once upon a time, nel suo mondo originario, è in grado di esaudire a sua discrezione ogni richiesta ma chiede sempre un cambio. "Tu cosa mi dai in cambio"; "io cosa ottengo ?" è la frase di rito. Questo tipo di magia comporta sempre uno scambio, anche se spesso o è sottovalutato, o ignorato, o dimenticato. E immancabilmente, il personaggio che ha firmato questo "contratto" si accorge che è sempre uno scambio impari e che, se potesse tornare indietro non lo rifarebbe.
Potremmo considerarlo un ammonimento?
Al di là della favola, dei personaggi fiabeschi che si ispirano unicamente alle fiabe del cinema moderno (Biancaneve insieme a Pinocchio e al grillo parlante, Cenerentola e la fatina insieme ai lupi mannari), si vede da subito due personaggi negativi, anzichè uno (come nella tradizione fiabesca), e ci si chiede perchè ne servono due nell'economia della trama.
La prima è Regina, la regina cattiva delle fiabe, e il secondo è un personaggio che all'inizio è un buono e timoroso padre di famiglia che si trasforma in un mago nero subendo l'influenza di un'entità che si appropria di lui. E' proprio su quest'ultimo personaggio che mi sembra interessante notare un destino analogo a quello di lucifero della tradizione bibblica, da portatore di luce al suo opposto. Eppure una scintilla di bene rimane sempre, come fosse una cellula buona dentro milioni di cellule opposte e, seppur in esigua minoranza, basterebbe saper far leva su quella per riportare all'altruismo una persona egoista.
E questo tra l'altro insegna come il male o i bassi istinti non vanno combattuti per ucciderli (che non servirebbe a nulla, a che scopo combattere il male con altro male), ma vanno trasformati, trasfigurati, in modo che ogni cellula nera assuma il colore bianco.
Lo stesso concetto si trova nel film "Hellboy - the golden army" di Guillermo del Toro, dove fratello e sorella, figli del re degli elfi, rappresentano rispettivamente uno la ribellione al padre e l'altra la temperanza e l'altruisno, legati l'un l'altra in maniera indissolubile (un entanglement, secondo la fisica moderna), ovvero se si ferisce uno, anche l'altro presenta immediatamente la stessa ferita.
Per fernare il male, rappresentato dal fratello, la sorella capisce che l'unico modo era sacrificare se stessa, in modo tale che senza più bene non c'era bisogno di un'altrettanta quantità di male.
Mi viene in mente il sacrificio di Gesù il Cristo, nella sua trasfigurazione una altrettanto importante fetta di male è stata portata via da questo mondo, e un messaggio di bene è potuto nascere e diffondersi come sappiamo oggi.
Infine una nota sulla magia. Il personaggio del mago di Once upon a time, nel suo mondo originario, è in grado di esaudire a sua discrezione ogni richiesta ma chiede sempre un cambio. "Tu cosa mi dai in cambio"; "io cosa ottengo ?" è la frase di rito. Questo tipo di magia comporta sempre uno scambio, anche se spesso o è sottovalutato, o ignorato, o dimenticato. E immancabilmente, il personaggio che ha firmato questo "contratto" si accorge che è sempre uno scambio impari e che, se potesse tornare indietro non lo rifarebbe.
Potremmo considerarlo un ammonimento?
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