Sesto Chakra


Il sesto chakra è chiamato Terzo Occhio, posto al centro delle due sopracciglia, due dita sopra il naso : è una simbologia che sta ad indicare la visione intesa come vedere oltre i due occhi che guardano il mondo fisico materiale, è l'occhio che vede nello spirito, ovvero nella parte più sottile ed immateriale del nostro essere, la nostra anima immortale. Vede lo spirito: non è più la nostra anima che vede il mondo, ma siamo noi stessi (il nostro sè) che vede l'anima.

E' da dove provengono le nostre intuizioni. Non dalla mente, che è governata dalla parte razionale. Quando sappiamo che una cosa è giusta senza un motivo (senza che la mente, la memoria o la ragione ce lo spieghi) oppure quando siamo in un posto e sentiamo che ci piace (la scelta della casa, ad esempio), oppure seguiamo una nostra intuzione e scopriamo che è vera, oppure ci dedichiamo alle nostre naturali attitudini (un hobby, un qualcosa a cui siamo portati o inclinati a farlo).

E' lo spirito. Ecco da dove provengono le nostre intuizioni. Il terzo occhio è la porta spalancata sullo spirito, è un livello alto di consapevolezza di noi stessi (chi siamo, cosa facciamo, cosa vogliamo) che non è frutto del pensiero (la mente, il ragionamento, le abitudini, le aspettative e le convinzioni sociali) . E' attraverso di esso che cogliamo l'essenza autentica della nostra vita e quindi dell'esistenza in genere.

La prima cosa che viene in mente è giusta : è proprio così, è il terzo occhio che ce lo ha comunicato. La prima impressione (specie di luogo o di persona) è quella veritiera : quella frazione di millesimo di secondo, prima ancora che la nostra mente si impossessi del controllo e lo infarcisca di pensieri, memorie, raziocinio, cose lette imparate ascoltate.
Il terzo occhio così sfugge al controllo della mente per un frazione di millesimo di secondo, per tutti i comuni mortali, se non già sviluppato, di natura (i sensitivi) o per esercizio spirituale.


Al sesto chakra è associato il plesso carotideo. L'elemento associato è la luce. In sanscrito è chiamato ajna che significa percepire. Non è associato nessun cibo ovvero rappresenta il digiuno. Il suo colore caratteristico è l'indaco. Il mantra associato è la sacra sillaba OM.

"Io vedo" è il verbo. Se analizzamo il processo visivo, ci accorgiamo che noi vediamo solo quello che la mente vuole vedere. Infatti ad una prima fase sentitiva, associata ai ricettori dell'occhio, sollecitati dalla radiazione luminosa proveniente dal mondo fisico, segue la seconda fase selettiva in cui la nostra psiche sceglie cosa vedere, fino alla terza fase, percettiva, dominata dalla mente, nella quale la corteccia celebrale elabora gli impulsi ottici già selezionati, presentandoci l'immagine.

Renè Magritte, Lo specchio non reale (1928)

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