La Ruota della Fortuna nel Medioevo (III)

La Ruota della Fortuna - Albrecht Dürer  Xilografia, 1494
Abbiamo visto in precedenti post come il tema della Fortuna, dea Cieca e mutevole nei suoi favori, sia documentato già da Severino Boezio nel VI secolo e che poi venga ripreso da goliardici studenti nel Carmina Burana del XIII secolo, forse ispirazione dell'arcano X dei Tarocchi Visconti-Sforza dove i personaggi che salgono e scendono la ruota hanno orecchie d'asino.

Ho notato come questi personaggi aggiogati alla ruota assumono man mano col tempo personaggi animaleschi, da un primo attributo (le orecchie) all'intero corpo asinino, come nella xilografia del 1494 di Albrecht Durer
All'apice di questra trasformazione animalesca, i Tarocchi di Marsiglia e poi quelli del filone più marcatamente esoterico come quelli del simbolismo restaurato di Oswald Wirth.

Quest'ultimo (ma anche i Tarocchi Waite-Coleman-Smith) pongono in cima, nel posto corrispondente all'apice della fortuna, una sfinge. Passiamo quindi da un re che diventa asino e infine sfinge. Perchè?
E soprattutto il significato simbolico cambia o , come sappiamo, essendo il simbolo universale pittograficamente può avere diversi aspetti che riconducono sempre al medesimo archetipo?
Secondo me, l'archetipo è lo stesso, sia con l'asino sia con la sfinge.
La chiave per capire questo passaggio pittografico è la psicanalisi di Jung, che descrive l'arcano X con il rapporto della madre col figlio : quanto il figlio si rende affranca dall'influenza materna (e quindi diventa davvero Figlio) e quanto ne viene coinvolto. E sappiamo che le due estremità ideali, quasi mai raggiunte, sono la reale indipendenza e dall'altro l'incesto.

Edipo sciogliendo l'Enigma della Sfinge Tebana, Bartolomeo Pinelli, 1830
La sfinge
La sfinge è la sfinge tebana, quella posta a guardia dell'ingresso della città di Tebe, in Beozia, guardiano che poneva ai visitatori una domanda, se la risposta era sbagliata, si veniva divorati. Edipo per entrare in città e per sposare Giocastra, la madre di cui ignora di essere figlio, passa per la sfinge e sa rispondere al famoso indovinello. La madre Giocastra-Sfinge acconsente.



Pelle d'Asino - Harry Clark, 1922
L'asino.
La fiaba di Charles Perrault, Pelle d'Asino, pubblicato nel 1694 racconta di una principessa che scappa dal re suo padre perchè voleva sposarla (per mantenere una promessa fatta alla moglie prima che lei morisse, chiedendogli di sposare in seconde nozze la donna più bella del regno, che ovviamente era la loro figlia). 
La principessa prima delle nozze chiede al padre un regalo che pensava irrealizzabile, la pelle dell'Asino che defecava monete d'oro, tuttavia ottenutolo e non potendo più rimandare le nozze, lo indossa per scappare e per nascondere la sua vera identità, prima di essere salvata dal principe azzurro. Alle sue nozze inviterà anche il padre e si toglierà di dosso l'asino-padre.

Complesso di Edipo (Giocastra-sfinge) e di Elettra (padre-pelle d'asino), forse basta per spiegare come la simbologia resta identica, e spiega forse come Jung sia giunto a spiegare l'arcano X. 

Al culmine della Fortuna, dea mutevole delle illusioni, ha posto un re terreno la cui fortuna prima o poi è destinata a cambiare, proprio perchè non è affidata a basi solide, perchè senza saperlo si è volontariamente aggiogato ad una dea mutevole, che oggi lo lusinga e domani lo detronizzerà.
Analoga è la ruota del karma indiana e del ciclo delle esistenze, apparenze di cui ci liberiamo se, facendone esperienza, riusciamo a svegliarci (come esorta Severino Boezio nelle De Consolatione Philosophiae).
Guardate, l'analogia del rapporto tra esistenza terrena - mondo dei sensi e delle illusioni (la ruota della fortuna), non è la stessa che si instaura tra madre e figlio (o tra figlia e padre, o tra figli e genitori), in cui c'è un elemento di polarità femminile che accoglie, protegge e trattiene, e un elemento di polarità maschile che vuole affrancarsi, individualizzarsi, diventare qualcosa d'altro rispetto al genitore. Lo stesso rapporto esiste tra anima e soma (il corpo), quest'ultimo con la sua animalità che ci trattiene nei mondi bassi, degli istinti (egoistici di sopravvivenza e di riproduzione) e dell'inconscio.
Ultima osservazione : l'asino è il somaro, ovvero l'animale da soma, e soma significa sia corpo sia carico (il somaro è l'animale da carico, porta grossi pesi). Liberandoci dalla pelle d'asino ci liberiamo l'anima dalla animalità.


Fonti:
 - Wikipedia, Pelle d'Asino
 - Wikipedia, Enigma della Sfinge
 - Wikipedia, Edipo
 - Homolaicus, Apuleio, l'asino in croce
 - Equilibrarte, blog di Pietro Negri, La ruota della fortuna
 - Blog di Giovanni Pelosini, La ruota dell'eterno movimento


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